Diario di un sogno

S ono passati ormai 34 anni da quel viaggio, ma è come se il tempo non fosse passato per certi aspetti. L’idea di scrivere un libro che in qualche modo potesse raccontare il viaggio che io e mio cugino Luca facemmo in America nell’estate del 1987 non è casuale. Certo, la situazione che stiamo vivendo, lo stop improvviso del lavoro che svolgo, mi ha permesso di dedicarmi a questo sogno che avevo nel cassetto. Ma non è casuale. Da tempo sognavo di poterlo realizzare. Del resto i ricordi sono ancora indelebili e scolpiti nell’anima. Le immagini di quel viaggio ogni tanto scorrono nella mia mente quasi a volermi ricordare come di fatto quel viaggio sia stato davvero così importante. Lo è stato non solo per le esperienze che abbiamo vissuto. Lo è stato per ciò che abbiamo imparato, per la profonda e sincera amicizia che è nata tra noi due, per ciò che ha significato incontrare Bruce Springsteen. Ecco perché ho deciso di raccontare il nostro viaggio e soprattutto di scriverlo. E’ una storia vera, simile probabilmente a tante altre ma in fondo questa è la nostra storia, la mia e quella di Joe.
E allora Buon Viaggio anche a voi.

Alberto Lanfranchi


Alberto Lanfranchi

Autore

A lberto Lanfranchi è nato a Lecco il 29 Aprile 1967. Dopo un’adolescenza normalissima ha frequentato il Liceo GB Grassi e si è laureato all’Università Cattolica di Milano in Scienze Politiche. Ha sin da subito assaporato il mondo dei viaggi muovendo i suoi primi passi lavorativi nell’agenzia di famiglia. Dopo la morte del padre ha preso in mano le redini e nel 2003, passato il testimone alla madre e alla sorella ha deciso di intraprendere una nuova attività sempre nel settore, trasferendo la propria sede a Bergamo che nel frattempo era diventata la sua nuova città dopo il suo matrimonio. Attualmente organizza eventi, congressi e viaggi incentive. Padre di due splendidi figli, Anna e Riccardo. Vive a Bergamo dal 1998, ma durante i fini settimana raggiunge Lecco avendo una piccola casa a Malgrate, piccolo borgo sul lago di fronte alla città Natale. Springsteen resta il suo punto fermo musicale e non solo. Nel 2017 decide di organizzare un festival dedicato appunto al rocker del New Jersey. Il risultato di quell’evento lo porta a fondare NOI& SPRINGSTEEN e questa è una storia che ormai conoscete.

L’intero incasso delle vendite del libro DIARIO DI UN SOGNO verrà utilizzato per sostenere
la Comunità di NOI & SPRINGSTEEN nel realizzare i progetti in programma.


Introduzione

di Partrizia De Rossi

L a vita è fatta di passioni, e di sogni. Poi vengono tutte le altre cose ma a guardare bene sono le passioni e i sogni che definiscono chi siamo, cosa facciamo, che disegnano insomma la nostra vita. Alberto Lanfranchi, che di mestiere organizza eventi, convegni e viaggi aziendali ad alto livello, ha sempre inseguito i suoi sogni e le sue passioni (una la base degli altri) e se oggi fa - magnificamente - tutto quello che fa, al di là del suo mestiere, lo deve proprio a questo. Per sua stessa natura il sogno è inconsistente, ma quando lo viviamo assume contorni cosi reali che diventano la nostra vita e allora eccoci partire per inseguire quel sogno, per renderlo di nuovo concreto, tangibile, reale. Alberto ha sempre fatto, e continua a fare, questo nella sua vita: insegue i suoi sogni e li realizza con passione. Non una cosa facile in un mondo e in una società come quella contemporanea. In questo ‘diario di viaggio’ Alberto ci racconta dove ha origine tutto ciò e lo fa con l’entusiasmo di un ventenne che deve ancora scoprire il mondo e la razionalità di un cinquantenne che ha raggiunto traguardi importanti nella sua vita professionale e umana.


Recensioni

  • Nicoletta Stocco
    Che dire... Al di la di un esperienza fantastica, un avventura senza fine, un sogno diventato realtà, le peripezie, le paure, le ansie, le gioie, gli stupori di due ragazzi alla ricerca di un sogno... Commovente il finale, quando racconti ciò che Bruce è stato ed è tutt' ora per te, una guida, un riferimento, un punto fermo nella tua vita. Lo capisco quello che hai provato e provi, perché anche a me la musica fa lo stesso effetto, soprattutto quella di chi mi ha accompagnato durante le varie fasi della mia vita. È stato bello leggerti, conoscerti e avere l' ennesima conferma da te di ciò che è Bruce. Con la sua semplicità ha saputo sempre essere tra la gente, essere le nostre semplici vite quotidiane, arrivare al cuore.
    Nicoletta Stocco
  • Giuseppe Ciurluini
    Letto "Diario di un Sogno!!!? Che dire??? Caro Alberto, il Sogno, è quello che ci hai fatto vivere tu, leggendolo. E' il Viaggio che tutti noi di "una certa età" avremmo voluto fare, in quegli anni, gli U.S.A. nel nostro Immaginario Collettivo, erano ancora il Sogno Americano, e farlo con la persona che in quel momento era il "Custode dei Tuoi Segreti", l' Amico più caro, molto spesso proprio tuo cugino coetaneo. Beh, tu lo hai fatto ed in compagnia di Joe, la persona, forse l' unica, con cui desideravi farlo. A distanza di oltre 30 anni, hai deciso di raccontarlo con il Libro, e la cosa stupefacente è che lo racconti come se da quel viaggio, siete ritornati solo da qualche giorno, tanti sono i dettagli, la Meticolosità ma soprattutto la Passione, che trasuda da ogni evento descritto, tanto da farci sentire partecipi del Viaggio stesso. Poi quando arriva l' incontro con Lui, il BOSS, beh allora la Passione, il Coinvolgimento sale talmente tanto, che si trasforma in Emozione, e dici: Si ca..... o, è proprio il Viaggio che avrei voluto fare. 👍👍👍 Come dice molto bene, Patrizia De Rossi nell' Introduzione, "sono le Passioni i Sogni che definiscono le Persone" credo che la Passione intrisa nel Racconto, definisca meglio di ogni altra cosa, Alberto Lanfranchi . 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👍
    Giuseppe Ciurluini
  • Chiara Carcianiga
    Ho letto Diario di un Sogno quasi in un soffio e mi ha dato quello che cercavo.  Conosco Alberto da sempre, ma la vita ci ha portati a vivere a distanza. Sapevo che nel suo libro avrei ritrovato l'Alberto di sempre, quello che ricordo con affetto infinito e che vedo ormai troppo raramente. Ho atteso pazientemente che il Diario mi arrivasse per posta perche' sapevo che dalla busta, insieme al libro, sarebbe uscito anche Alberto. Chi piu' di lui ha viaggiato e conosce il mondo e le sue meraviglie? Ben pochi. Eppure l'animo di Alberto traspare in questo libro non solo come Alberto era una trentina di anni fa, ma come e' rimasto nel tempo. Diario di un Sogno e' un libro per coloro che sanno ancora stupirsi alla bellezza di un paesaggio, alla grandiosita' di un aeroporto, al dettaglio di un hot dog di New York - tutte cose che la maggior parte dei viaggiatori ormai da' per scontate e che sono diventate quasi irrilevanti per i piu'. Alberto ha ancora la capacita' di dare valore a un sedile vicino al finestrino e di cederlo ad un'altra persona per poterle regalare un'esperienza ancor piu' entusiasmante. Tanti hanno fatto viaggi simili, ma pochi hanno vissuto e saputo narrare esperienze che vanno ben oltre il viaggio. L'innocenza e la freschezza di Alberto e Luca, il candore nel presentarsi al pubblico con tutte le loro caratteristiche di ragazzi entusiasti ma alle prime armi, la narrazione delle loro relazioni con le persone incontrate, delle loro gioie e dei loro piccoli disastri, sono elementi che trasformano una storia comune in un'avventura unica e indimenticabile. I nostri occhi e il nostro cuore filtrano la nostra realta'. Persone diverse interpretano la stessa esperienza in modi a volte opposti. Uno dei doni di Diario di un Sogno e' il poter leggere la realta' di un viaggio attraverso gli occhi di un ragazzino degli anni 80, che e' riuscito a riportarci la stessa storia nel 2021 con lo stesso entusiasmo e la stessa trasparenza. Alberto, grazie ... non cambiare mai! Chiara Carcianiga  
    Chiara Carcianiga
  • Silvia Frazza
    Oggi, complice il pomeriggio di pioggia, ho attaccato il tuo libro. Ho iniziato e non sono più riuscita a smettere di leggere, fino all'ultima parola. Ho avuto l'impressione di averti dinnanzi mentre mi raccontavi il viaggio...con il tuo entusiasmo e la tua verve, e la tua ironia, che ho ritrovato a tratti palese e a tratti fra le righe. Mi è parso di avere davanti quei due ragazzi, di poter viaggiare con loro. In fondo quel periodo l'ho vissuto anche io (anche io maturità 1987) e l'ho ritrovato intatto nelle pagine del libro! Hai davvero aperto il tuo cuore nel descriverti, ed è così che si arriva al cuore dei lettori : parlando di sé, raccontandosi, svelandosi!! Un diario, un viaggio per il lettore, davvero godibile e mai noioso. Dalle parole traspare intatta ogni singola emozione. In effetti non potevi non mettere tutto nero su bianco. Dovevi scriverlo questo libro!! Ti invidio ovviamente, una esperienza simile, vissuta al momento giusto, con un perfetto compagno di viaggio!! Ci mancava la puntatina in ospedale (qui sono davvero scoppiata a ridere) conoscendo il tuo colorito latteo, ho sofferto insieme a te, a voi....!!! Quante esperienze di vita racchiuse in quel viaggio. Apprezzo questo modo di scrivere: diretto, e genuino: che va al sodo evitando fronzoli e giri di parole! E la chicca finale, totalmente inaspettata. Grazie per aver realmente esserti messo a nudo in questo scritto. Non è facile, ma ti assicuro che è assai apprezzato. E come giustamente dici, ci si emoziona e ci si appassiona, quando ci si ritrova, quando qualcosa ci rispecchia. Non prendere questi miei pareri come complimenti. Sono solo la più cristallina verità, e ciò che ho provato nella lettura del tuo libro. Auspico che non sia l'ultimo!! Ti abbraccio.
    Silvia Frazza
  • LORENZO SEMPRINI
    Ho letto "Diario di un sogno" il racconto di Alberto e del suo viaggio con Luca.
    Nella sua semplicità fa una cosa davvero importante, ti racconta "da dentro" e con tantissimi particolari ed aneddoti (credo appuntati in un vero e proprio diario) quella incredibile voglia di scoprire il mondo, quella fame di vita, di esperienze che hai probabilmente, in quel modo, solo quando hai 18-20 anni.
    La cosa davvero interessante è che questo viaggio sia stato fatto nel 1987, come viene raccontato un altro mondo fa, senza tecnologia, senza messenger o whatsapp. Mi ha fatto sorridere quando si racconta la difficoltà (ed il costo ) di una telefonata fatta da una cabina pubblica americana. Mi ha ricordato il mio primo viaggio in assoluto negli Usa/Nyc/Bruce che ho fatto nel Luglio 2000 con gli amici Alessandro Della Torre e Fabio Scarfagna.
    Nel racconto ci ho trovato quella voglia di avventura, la sorpresa che si legge negli occhi di quando atterri in un mondo completamente nuovo come possono essere gli Stati Uniti. Il racconto di Asbury, dello Stone Pony è qualcosa di speciale, di magico quasi, un vero colpo di fortuna, ma una fortuna cercata, perché i veri sogni ti vengono a trovare, ma a volte sei tu che lasci la porta aperta perché sia più facile essere trovato da loro.
    Nel leggerlo ho provato una emozione anche legata al mio ricordo personale ed alla fine anche un filo di nostalgia, malinconia.
    Quella malinconia che ti prende quando sai che certe esperienze da "foglio bianco ancora da scrivere" sono passate inesorabilmente, ma che ti fa anche sorridere e renderti conto di essere stato fortunato a poterla vivere in quel modo, a quella età ed in quel mondo più a dimensione umana di quello di oggi.
    Lettura consigliatissima quindi, sia che si sia fan di Bruce o semplicemente se si abbia voglia di leggere un racconto che parli di come una esperienza indimenticabile sia da ponte tra l'età dell'innocenza e quella adulta.
    Ora potrei mettere una canzone di Bruce e ci starebbe veramente bene, invece mi è venuta in mente la scena di un film che amo tantissimo, che da sola spiega tutto.
    LORENZO SEMPRINI
  • Massimo Cotto (voce di Virgin Radio)
      ........"Mi riconosco in infinite cose....ma perché è bello questo libro. È scritto con una semplicità quasi disarmante, con un minimalismo assoluto. Non c'è alcuna pretesa di raccontare il grande viaggio da grande viaggiatore, è semplicemente la condivisione di un'esperienza irripetibile perché avvenuta in anni diversi da quelli attuali... Il viaggio si concluderà con l'incontro di Luca e Alberto con Bruce Springsteen ma per me questo incontro è solo la ciliegina sulla torta perché la vera torta è il libro. È bellissimo leggere qualcosa con cui ti puoi identificare. È il principio stesso dell'arte e della canzone. A me non interessa che tu mi racconti le tue masturbazioni celebrali, a me interessa che tu mi racconti la tua esperienza per permettermi di specchiarmi in quella tua esperienza anche se non l'ho vissuta......quando un libro è bello dico sempre una cosa. Compratelo, e se non potete farlo rubatelo."
    Massimo Cotto (voce di Virgin Radio)
  • Marina Pistor
    Eccomi! sono appena tornata dal viaggio, come ti dicevo, mi è proprio sembrato di vedervi, tu e tuo cugino, attraverso i luoghi e attraverso il tempo. Tu esuberante con il tuo entusiasmo contagioso e lui serio ed ermetico che si gusta tutto con calma tentando di contenerti, un viaggio coinvolgente per tutti. Non conosco Springsteen al punto di poter commentare il tributo che caratterizza la seconda parte ma mi ha colpito il passaggio in cui spieghi come la descrizione specifica del particolare riesca a raggiungere l universale in modo da suscitare in chi ascolta emozioni personali È la cosa che mi entusiasma quando leggo, quando un autore, parlando di esperienze specifiche personali riesce a evocare corde comuni che ci fanno sentire accomunati da qualcosa di grande e profondo. Simpatico, vivido e frizzante il diario di viaggio e profonda e ammirata la dichiarazione di stima verso un artista che conosci bene e ami. Bravissimo Alberto!
    Marina Pistor
  • Luigi Mariano
    Grazie mille Alberto, per questo bellissimo libro, che ho letto tutto d’un fiato. Da lettore, ti dico che è stato un meraviglioso viaggio anche per me. Già scrivere un libro lo è, in senso figurato; ma il fatto che nelle sue pagine tu descriva, a tua volta, un viaggio vero e proprio, lo rende appunto un “viaggio nel viaggio”. Siamo stati accanto a te in ogni passo di questo entusiasmante percorso. Di città in città, siamo saliti su ogni treno, bus ed aereo, attraverso un’America sognata, che negli anni ‘80 era ancora più incerta e selvaggia di ora, anche perché c’erano meno controlli. E tutto sommato questo alimentava il fascino e il sapore di una libertà che, a vent’anni, doveva apparire un obiettivo pressoché quotidiano per ogni ragazzo. Ogni vostro giorno negli States, da New York a Washington e Pitsburgh, da Boston a San Francisco a Los Angeles, è stato come vivere l’avventura di un film. Sembrava una di quelle vicende affascinanti che si può trovare raccontata sul grande schermo o in una serie TV. È anche l’affresco di una grande storia d’amicizia tra due cugini: così diversi eppur così complementari. Ho vissuto anche io lo stesso tipo di comunanza forte, con mio cugino Francesco, di tre mesi più “vecchio” di me, che ho avuto come compagno di banco dall’asilo fino alla Maturità. E siamo cresciuti assieme, anche attraverso le tante esperienze fatte, compresi proprio i viaggi. L’incontro finale con Bruce Springsteen, allo Stone Pony di Asbury Park, in fondo è solo la ciliegina sulla torta di una narrazione che è soprattutto racconto di formazione, desiderio di crescere, di scoprire il mondo, di inseguire un sogno e di imbrattarsi di vita, incontri ed esperienze, ad ogni angolo. Questa freschezza del libro, magari un po’ ingenua ma sinceramente vera ed autentica, mi ha commosso nel profondo. E, alla fine della lettura, viene una grande voglia di abbracciarti. Perché quell’Alberto che, a vent’anni, ha assecondato le sue smanie e i suoi sogni, in fondo, rappresenta tutti noi, alla stessa età: quei vent’anni magici nei quali altre vicende della vita, magari successive e a volte più amare, non avevano ancora contaminato le nostre speranze e il nostro sguardo puro sul mondo.
    Luigi Mariano
  • Dario Migliorini
    Un libro appassionante e una lettura coinvolgente. Alberto Lanfranchi con il suo Diario di un Sogno gioca sporco. Non solo perché ci racconta di un viaggio irripetibile che tutti avremmo voluto fare, ma anche perché lo fa con una passione che trasuda da ogni singola goccia di inchiostro. Lo aiutano una memoria fuori dal comune, visto che ci narra di un viaggio avvenuto la bellezza di 34 anni fa, ma anche l'amore per un binomio insuperabile: il viaggio e la musica. Proprio Bruce Springsteen, terzo protagonista di questa bellissima storia, in quegli anni diceva che "non puoi accendere un fuoco senza una scintilla". Ecco, quando il viaggio e la musica si incontrano, la scintilla scocca, come del resto hanno fatto le ruote d'acciaio dei treni che hanno portato Joe e Alberto sui binari d'America (insieme agli aerei e alle auto). Va da sé che, dopo quella scintilla, si accende nel lettore il fuoco dell'anima, mentre sembra di vivere insieme ai protagonisti quell'avventura così entusiasmante. Si percepisce, peraltro, che l'America di allora non era la stessa di oggi, nel bene e nel male. Oggi si può viaggiare in maggiore sicurezza. Perfino Harlem e il Bronx sono quartieri vivibili e tranquilli. Ma allora non era così. Ce lo hanno raccontato Springsteen e altri grandi cantautori con la loro musica. Ce lo hanno rappresentato i più bravi registi con i loro meravigliosi film. Ora ce lo racconta anche Alberto Lanfranchi che, però, non manca di mostrarci come allora, senza telefonini e senza satelliti, fosse tutto più vero. Più difficile, certamente, ma più vero. L'autore, senza inseguire voli pindarici da letterato, decide di parlarci del suo viaggio nella forma del diario. Una sorta di "scrivo come mi viene spontaneamente, come se stessi raccontando." Il linguaggio in effetti è quello del racconto schietto. Quello che utilizzerebbe un ragazzo (Alberto lo è ancora e si percepisce) che si mette a raccontare il viaggio della vita con gli occhi umidi di gioia e di stupore, ma anche di sofferenza e di malinconia. Questa è la bellezza di questo racconto, che alla fine riserva uno spazio, tanto dovuto quanto emozionante, alla professione di fede di Joe e di Alberto verso un uomo che da 50 anni ci parla e ci aiuta ad affrontare la vita. Proprio lui, Bruce Springsteen. E averlo incontrato di persona, averci parlato, averlo visto da sotto il palco in un piccolo locale della sua Asbury Park, glielo rendono ancora più intimo di quanto lo possa essere per tutti noi. Diario di un Sogno è un libro relativamente snello e breve, da leggere d'un fiato. Nei suoi possibili difetti è tuttavia un libro senza difetti, che non poteva essere diverso da come è. Semmai Alberto Lanfranchi mi concederà un piccolo spunto critico. L'esigenza narrativa dei fatti ha ridotto un poco lo spazio delle emozioni più intime. Ecco, se dovessi consigliare Alberto in un'eventuale riedizione, gli direi di far emergere ancora più il suo cuore, al pari di quello che ha fatto con la sua eccezionale memoria. In alcuni tratti del racconto, quando si percepiscono i momenti di particolare eccitamento o di dolorosa sofferenza, nella prossima edizione ci staranno bene - perché no - alcune righe in più sugli aumenti dei battiti del cuore e sulle lacrime versate. E' un auspicio, anche un augurio. Un viaggio così resterà unico, ma in una vita sempre in movimento c'è tanto da raccontare.
    Dario Migliorini
  • Dario Sgobaro
    Diario di un sogno   …leggerlo per me è stato come rivivere in un sogno parallelo, sono stato in USA per la prima volta nell’inverno del 1986, da solo perché lo volevo ….ed ho rivissuto il sapore della New York descritta da Alberto. Ci sono andato perché malato di musica, ho vissuto un’esperienza incredibile, lo shock di sentire una sirena (ambulanza o pompieri o polizia) ogni 5 minuti, continuamente, vedere un traffico caotico 24 ore su 24, i cab driver unici al mondo, il caffè imbevibile, i ristoranti con cibi improponibili, ma i club con la musica dal vivo, in cui il livello era incredibile. Ho visto Tom Scott con Dr John al Bottom Line, Etta James al Village Vanguard, Lou Marini al mitico Lone Star Cafè (l’insegna recitava “the best honky tonk north of Abilene) dove la sera successiva mangiando cibo mexicano ho assistico ad un concerto di Levon Helm, come Alberto allo Stone Pony….sfortunatamente il Boss non è arrivato quella sera, e per questo lo invidierò sempre! Anch’io però come Alberto, ho sentito il bisogno di tornare a casa, ero partito pensando seriamente che forse sarei rimasto li, ma poi, da buon veneziano, ho sentito la mancanza degli spritz, delle seppioline e calamaretti fritti, dee moeche, canoce, il prosecchino. Probabilmente alla fine stiamo bene dove siamo nati. Questo diario è stato un bellissimo flash back, credo di essere nato per correre… Lunga vita al rock’n roll !!!
    Dario Sgobaro
  • Maria Di Pietro
    LA PANDEMIA È LA SOSTA Una sosta dell'intera diligenza o carovana Una sosta forse necessaria affinché si attuasse una sorta di rivoluzione dei valori, un bagno di umiltà per molti. Una sosta dalla frenesia quotidiana in cui affogavamo e senza la quale siamo rimasti disorientati. Ma c'è chi come me ha saputo tramutare questa sosta forzata in un momento di ricarica personale, di ricerca dell'io, un momento di bilanci della propria esistenza. Un raccoglimento ed una raccolta di memorie per farne un punto d'arrivo ed un nuovo punto di partenza. Alberto Lanfranchi ha sfruttato questa occasione, questa sosta per realizzare un sogno. Raccontare una delle sue più importanti esperienze e farne un libro. Ha realizzato il sogno di raccontare un sogno realizzato. Un sogno da adulto che si concentrava su un sogno di lui ragazzo Un sogno condiviso allora con una persona speciale da condividere ora con tutti, o almeno con chi avrà voglia di leggerlo. Alberto Lanfranchi, nato nel 67 nel lecchese e trasferitosi da anni a Bergamo ha dedicato la sua vita ai viaggi e alle esperienze. All'organizzazione delle partenze, degli arrivi, dei soggiorni, degli intrattenimenti ed anche delle soste. Il sogno americano è un sogno che ha accompagnato generazioni di europei, di asiatici, di australiani ed africani. È un sogno che ha fatto sognare il mondo intero. Anche perché l'America è sempre stata tutto ed il contrario di tutto. E per questo ognuno l'ha sognata a modo suo, per un motivo tutto suo L'America è la libertà, ma anche l'egemonia militare, è la democrazia, ma anche l'oligarchia economica. È la novità, ma anche la tradizione. L'America è il melting pot, la conurbazione multietnica, ma è ancora il luogo dell'oppressione delle etnie nere, e non solo Fammi sognare lei che morde la bocca e si sente l'America Fammi volare lui che allunga la mano e si tocca l'America Fammi L'Amore forte sempre più forte come fosse l'America Fammi L'Amore forte sempre più forte ed io sono l'America Con queste parole di Gianna Nannini vi voglio lasciare immaginare ciò che Alberto, accompagnato invece da Bruce Springsteen ha realizzato nel suo sogno del Viaggio Americano e del Libro Italiano Un excursus sui cambiamenti sociali, un album di fotografie, un rendez-vous di impressioni e tanta tantissima America! Go in U S A!
    Maria Di Pietro
  • Laura Beretta
    Caro Alberto, mi è piaciuto molto leggere il tuo libro! Ti conosco bene e ci sei proprio tu lì dentro: l’intensità con cui vivi le emozioni, l’importanza dei dettagli, alcuni atteggiamenti impacciati, altri super decisi. La parte che mi è piaciuta di più è quella conclusiva, la riflessione sul significato dell’incontro con Springsteen, similitudini canzoni-vita... e passioni. Complimenti davvero!
    Laura Beretta
  • Joe Roberts
    Alberto, ho appena terminato di leggere il libro che hai scritto. In effetti, la mia condizione di partenza è diversa da quella di tutti gli altri lettori. Conosco già la trama. E, per questo motivo, sono sincero, pensavo che leggere di qualcosa che è comunque ormai scolpito nella mia mente, non sarebbe stato poi così intrigante. Sbagliato. Lo stile "easy" della tua scrittura ha reso piacevole rivivere quei giorni, facendomeli sembrare ricordi nuovi. E penso che tu sia riuscito in qualcosa di non così semplice e nemmeno scontato. Ho apprezzato in modo particolare gli "intermezzi" che hai utilizzato per descrivere, anche attualizzandoli, luoghi e situazioni che abbiamo attraversato. Ed il viaggio a ritroso nel tempo per descrivere chi siamo e da dove veniamo. Appunto, il viaggio. Comprendo che sia probabilmente una banalità, ma davvero considero la vita, a modo suo, un viaggio. Lungo o corto, non si sa. Dove inizia e dove e come finisca, nemmeno. Davvero intrigante, non credi? E proprio come come un viaggio, è fatta di tappe. Un sacco. Pensandoci, forse le tappe sono l'unica cosa sulle quali puoi avere un minimo di potere di indirizzo, senza sapere ovviamente cosa capiterà. Alcune belle, alcune brutte, moltissime non te le ricordi nemmeno mentre alcune, sono uniche e segnanti. Un amore, i figli, la famiglia, il miglior amico, un successo, un esperienza. Ecco, indipendentemente da cosa abbia rappresentato allora quel viaggio per quei due ventenni o per il significato che ha assunto dopo tutto questo tempo per i due cinquantenni di oggi, è una di quelle tappe segnanti che, per loro caratteristica, rappresentano le cosiddette "milestones" capaci di indirizzare il percorso e che restano per sempre. Ed il fatto che una delle tappe segnanti del mio viaggio ti veda protagonista, mi riempie di orgoglio. Il motivo per cui esiste Joe è molto banale, mentre perché Joe e non qualche altro personaggio è qualcosa di più lungo da spiegare. Ma che traspare dalle righe del libro che hai scritto. In fondo, tutti possono essere Joe. Tu Alberto lo sei sicuramente. Quindi, complimenti, davvero, per essere riuscito nella tua prima prova da "scrittore" a descrivere in modo scorrevole e divertente non solo l'avventura ma soprattutto i nostri "ties that bind". Ben fatto, cugino!    
    Joe Roberts
  • Alberto Mauri
    Libro letto in un fiato emozionandomi e ricordandomi anche i miei viaggi spensierati in gioventù. Ovviamente il finale ha dell’incredibile, coincidenze che possono capitare solo una volta nella vita e che hanno fatto nascere in te una passione sfrenata per Bruce. Bravo Alberto!!!
    Alberto Mauri
  • Eugenio Marchiondelli

    Ciao Alberto. Ho finito ora il tuo libro. Bello veramente.

    Non entro nel merito del tuo sogno di incontrare il Boss. Sogno incredibilmente avveratosi! Io non sono un fan di Springsteen (praticamente di nessuno in particolare) e tu lo sai. Ma il racconto del tuo viaggio mi ha “preso” molto perché pure io ho avuto la fortuna di fare dei viaggi (di lavoro) negli USA sia poco prima del 1987 (il 1°) che successivamente. Il fascino unico, i brividi nel vedere per la prima volta Manhattan e tutto quello che offre (anche i suoi “rumori” erano unici). Così come San Francisco e L.A. Ho sperimentato pure gli inconvenienti della “prima volta”. Un esempio: chiamavo in albergo inserendo nel telefono 50 cents invece di 25 perché in Italia era meglio mettere più gettoni che meno, vero? Qui (negli USA) no! Ti rispondeva l’operatore (di solito donna) che ti diceva che dovevi mettere 25 cents e non di più. Ma per me questa richiesta era incomprensibile e così insistevo coi 50 cents. Dopo 3-4 tentativi optavo per i 25…. I taxi, le auto! Io allora avevo una Oldsmobile 6000 di cilindrata enorme e comodissima. Giravo per Manhattan gasandomi al massimo. In Italia avevo una Golf. Molte volte ero solo e questo era un peccato perché non potevo condividere la mia goduria con altri. Quello che tu invece hai potuto fare con Luca. E nel libro si nota, altroché se si nota, il tuo bellissimo rapporto con tuo cugino. Come è successo a te il mio primo viaggio lo ricordo ancora. Gli altri un po’ meno. Tornando al libro, complimenti sinceri. Permette di rivivere quanto successo allora. Grazie! E’ piacevolissimo e trasmette appieno il tuo entusiasmo per il viaggio.

    Voi due siete andati d’accordo per tutto il viaggio! Quasi incredibile. Vi volevate/volete bene! Allora eravate dei privilegiati, ma anche meritevoli di tutto quanto avete potuto sperimentare. Libro bellissimo. Lo sto raccomandando, ovviamente. 

    Eugenio Marchiondelli
  • Ruggero Rosetti

    Caro Alberto ho passato il sabato pomeriggio leggendo il tuo diario, ieri sera dopo cena l’ho terminato! Giudizio molto positivo, sei riuscito a descrivere e a trasmettere le tue emozioni come se tu le avessi vissute l’altro ieri e non 34 anni fa. In certi passaggi ho rivissuto il mio primo viaggio negli USA, fatto due anni dopo il tuo, da solo (avevo già 30 anni però). Viaggio più breve ma ricco di emozioni anche musicali, anche se non così esaltatanti come quel vostro magico incontro (veramente incredibile). Grazie per avermi regalato una parte di te.

    Ruggero Rosetti
  • Michele Manzoni

    Ho letto il libro tutto d’un fiato. Si legge volentieri, la prima parte per i ricordi di un periodo unico, ma anche il diario vero e proprio è scritto in modo semplice e “cinematografico” e non ti viene da staccare. Poi anch’io e Gigi abbiamo fatto un viaggio simile e qualche atmosfera da prima grande avventura l’ho rivissuta. Bello, mi è piaciuto. Mi hai fatto ricordare delle persone ( il Paoletti!!!) e cose (le macchine usa getta, le avevo rimosse!). E poi la chicca dell’incontro.....

    Michele Manzoni
  • Patrizia De Rossi
    "Ciò che lega tutto, il diciannovenne provinciale di allora e l’adulto realizzato di oggi, l’entusiasmo e la razionalità, è la passione. Quella stessa passione che si coglie da ogni singola riga di questo libro. "  
    Patrizia De Rossi
  • Enrico

    “Diario di un sogno “ è il libro che chiunque ama Bruce penso vorrebbe esserne l’autore. Mi ha riportato alla mia gioventù ed agli anni del liceo dove anch’io ho imparato a conoscere Bruce . Ricordo ancora perfettamente il momento in cui il mio compagno di classe Giovanni (che Dio lo benedica) mi disse:”Tieni,ascolta questa cassetta “. Era “The river “ (che coincidenza,vero Alberto) !!! Da allora cambio’ tutto e nei successivi 40 anni della mia vita ho avuto (ed avrò per sempre) un compagno di viaggio che mi ha regalato emozioni e riflessioni indimenticabili. Inoltre mi ha fatto conoscere tante persone che sono diventate gli amici più cari che io abbia. E ritrovarsi di nuovo con loro e la mia famiglia (a cui ho attaccato questa sana passione) sotto ad un palco è il mio sogno più grande. Grazie Alberto!!!!

    Enrico
  • Laura Agazzi

    Devo farti i miei complimenti.
    Ho viaggiato insieme a te.... ho rivissuto alcuni momenti passati a New York e ho visitato virtualmente le altre città e poi che dire.... mi sono emozionata in modo particolare quando hai conosciuto il “tuo mito”.
    Credo sia stata proprio un’esperienza unica!!! Complimenti ancora!!!

    Laura Agazzi
  • Saverio Ceravolo

    E bravo Alberto!
    Leggere il tuo libro “Diario di un sogno” è stato piacevolissimo. Mano a mano che scorrevano le pagine mi sono trovato catapultato anche io negli states degli anni ’80.
    Attraverso la tua scrittura scorrevole e sincera ti ho seguito nelle varie tappe del sogno realizzato.
    Diciamoci la verità: chi di noi, adolescente in quegli anni non aveva il mito di questo viaggio? La Grande Mela, il Mito della frontiera, gli spazi sconfinati solcati dalla Route 66, il melting pot diffuso, il grande rock a stelle e strisce, ecc…
    Tu, con tuo cugino Luca, hai realizzato questo sogno: mi sono divertito da morire a leggere certi episodi sinceramente fantozziani, ho apprezzato le tue notazioni “sociologiche” e urbane sulla città visitate, sulle persone incontrate, sull’entusiasmo che apriva e chiudeva ogni giornata.
    E mi hai fatto riflettere sull’amicizia, quella vera. Quella che ti porta a imbastire e realizzare imprese come questa, condividendo con l’altro un sogno che si direbbe irrealizzabile. Quella che resiste a tutto, allo scorrere del tempo, e che rimane sempre un’appiglio a cui possiamo “attraccare”. Ed infine, nel libro, il sogno nel sogno. E cioè la possibilità realizzata, ma nemmeno contemplata all’inizio del libro, dell’incontro con Bruce Springsteen, così casuale e per questo ancora più entusiasmante.
    Nella tua riflessione finale si percepisce tutta la passione per questo artista, che sa parlare al cuore della gente di tutto il mondo, come se parlasse individualmente con ciascuno di noi.
    Questa è la grande forza della musica, in particolare del rock. La sua capacità di farci immedesimare, l’io e la moltitudine, nei sogni generazionali.

    Saverio Ceravolo
  • Daniela Cuni

    "Che dire.. Ho letto il tuo libro in un pomeriggio, nella prima parte mi sono divertita e nella
    seconda emozionata.. Bravo Alberto! 💪  Ne avete fatte di esperienze!! Indelebili"

    Daniela Cuni
  • Monica Butti

    "Mi piace molto, scorrevole e ben scritto. Mi ritrovo in un sacco di esperienze.
    La cosa più strana è che i miei ricordi di viaggio sono molto confusi, i tuoi sono perfettamente definiti, come presi da un diario di allora. Si legge in un soffio. Poi io ti conosco per un entusiasta e rivedo le stesse emozioni. I ragazzi di oggi se le sognano le nostre esperienze, la nostra passione."

    Monica Butti
  • Laura Lanfranchi

    Ebbene sì ! L’ho letto tutto di un fiato Cosa dire ? Io che non sono una sfegatata di Springsteen, mi sono immedesimata nel racconto è in ciò che ha reso questo viaggio un sogno.
    La prima parte l’ho letta in un fiato , nell’attesa del grande evento. La seconda parte , dall’incontro in poi , è una dedica d’amore al cantante , compositore e “poeta” che lascia senza parole. La testimonianza poi di un personaggio è talmente profonda che lascia di stucco.
    Grazie ALBERTO ! !

    Laura Lanfranchi



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BERGAMO | ARNOLDI – Corso Giacomo Matteotti, 22

LECCO |CATTANEO – Via Roma, 52